venerdì 22 giugno 2012

La civetta sul comò

Mi sono sempre chiesta cosa ci facesse una civetta su un comò, se per civetta si intende un uccello e per comò un mobile. La cosa appare strana, ammettiamolo. Non parliamo poi del prosieguo della storiella, che dovrebbero vietare ai minori. La civetta, nel mio immaginario infantile (e non solo) era un uccello grosso almeno quanto un condor, con due occhi sbarrati ben posso dissimile da un gufo. Adesso che ne vedo una tutta le sere sul tetto del fienile davanti alla finestra mi devo ricredere: è piccola, i due occhi sbarrati li ha davvero e continua ad assomigliare ad un gufo, che non ho mai visto. Insomma è piccola, circa come un piccione, mi si perdoni il paragone, ma per noi cittadini appena trasferiti in campagna è il piccione è l’unico uccello conosciuto oltre al canarino del vicino. Il comò è comunque sempre un mobile. Allora cosa ci fa una civetta su un mobile? Il mitico Francesco, foriero di ogni sapienza contadina, mi racconta che le civette entrano dentro le canne dei camini, cadono nel salotto e possono essere addomesticate… dalla figlia del dottore dalle voglie un po’ strane. Mi piacerebbe avere una civetta sul comò che mi guarda con i suoi occhioni spalancati, non è romantico? Visto però che per me gli animali hanno diritto all’aria aperta, come i bambini e gli umani in genere, mi procurerò una civetta di ceramica da mettere sul comò.